Obbligazione subordinata: definizione e funzionamento

Cosa sono e come funzionano le obbligazioni subordinate?
Si definiscono obbligazioni subordinate quella particolare tipologia di titoli di credito simile alle azioni.

Obbligazione subordinata: quali sono le caratteristiche peculiari?

In caso di fallimento o di liquidazione dell’emittente, il pagamento delle cosiddette cedole e il rispettivo rimborso del capitale avvengono con una differente modalità ovvero solo dopo che sono stati soddisfatti gli obbligazionisti ordinari e senior ma, comunque, prima degli azionisti.

Per questa ragione infatti, le obbligazioni subordinate, a livello meramente teorico, garantiscono un rendimento economico maggiore rispetto ad altri titoli obbligazionari emessi dallo stesso emittente.

Tuttavia, i rischi a carico del creditore subordinato non sono così differenti rispetto a quelli dei soci.

Infatti, nel caso in cui l’emittente si trovasse in condizioni di difficoltà finanziarie, chi ha acquistato obbligazioni subordinate potrebbe subire ingenti perdite arrivando anche a rimetterci l’intera somma corrispondente al capitale investito.

Tipologie di obbligazioni subordinate

Come accennato, le obbligazioni subordinate rientrano tra gli investimenti ad alto rischio. Tuttavia, in base a questa caratteristica è possibile suddividerle in due tipologie: Tier 1 e Tier 2.

Per quanto concerne la prima categoria, Tier 1, queste obbligazioni rientrano tra le più rischiose poiché, nell’ipotesi in cui non si adempiesse, si rischierebbe il 100% del capitale investito.

Non solo, l’emittente, in casi eccezionali, ha la possibilità di annullare o differire la cedola.

Questa tipologia di obbligazioni subordinate non prevede, nella maggior parte dei casi, una scadenza e comporta la possibilità che il capitale venga decurtato.

Per quanto riguarda la categoria delle azioni Tier 2, si possono identificare due tipologie: Upper Tier 2 e Lower Tier 2.

Le obbligazioni Upper Tier 2 rientrano tra le obbligazioni più rischiose.

Anche in questo caso il rischio per l’insolvenza è quello di perdere il 100% del capitale investito.

Tuttavia, a differenza delle Tier 1, queste non prevedono la possibilità che l’emittente elimini la cedola.

Analogamente alla tipologia Tier 1, non sempre viene specificata una scadenza ma non sussiste il rischio che il capitale possa essere decurtato.

Infine, quando si parla di Lower Tier 2, si fa riferimento ai bond più comuni. Questi presentano generalmente una durata di 10 anni e prevedono la sospensione degli interessi in caso di insolvenza.

Quando si presenta la necessità di liquidare un emittente, si preferisce questa tipologia di obbligazione.

La scadenza può essere fissata, tuttavia, attraverso l’inserimento di una clausola e può essere previsto un rimborso anticipato.

Nel caso in cui la banca non procedesse nella prima data utile, la cedola verrà aumentata considerevolmente, ma la Banca centrale penalizzerà l’emittente.