Yuan ai minimi da novembre, Trump: è colpa della FED

Lo Yuan, la moneta corrente della popolazione cinese – conosciuta anche con il termine Renminbi – è ai minimi del suo valore.

Yuan ai minimi dal mese di novembre 2018

Dal mese di novembre 2018 si registra un importante calo valoriale dello yuan negli scambi commerciali con i paesi esteri, rendendo così svantaggiosi i tassi di cambio attuati dalle banche centrali dei paesi coinvolti.

Secondo il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, sarebbe la Cina stessa a svalutare la propria moneta e permettere questa situazione.

Il pensiero di Trump sulla Cina e sullo Yuan

Le affermazioni di Donald Trump sono state piuttosto dure nei confronti della Cina e nei confronti della Fed, la banca centrale americana.

È la Fed stessa ad incrementare, modificare e gestire i tassi di interesse prima del giorno dell’emissione di titoli, aumentando così i pagamenti, senza garantire una stabilità del cambio adeguata.

Ma non solo: infatti, il Presidente Trump ha anche voluto ricordare che in Cina è lo stesso Presidente Xi ad influire sui valori della loro moneta al fine di annullare l’effetto dei dazi nel commercio con l’estero.

La risposta dalla Cina alle affermazioni di Trump

Le repliche non sono mancate, ed è stata pronta la risposta del Presidente Yi: sosterrebbe, infatti, che la flessibilità che si sta ottenendo con lo Yuan non può che essere un fattore positivo per l’economia cinese.

Questa politica monetaria stabilizza automaticamente i tassi di pagamento, evitando così che la Banca cinese non intervenga continuamente sul mercato dei cambi.

L’accordo commerciale tra USA e Cina

Il 15 gennaio 2020 è stato stipulato un accordo tra Cina e USA, attraverso il quale si prevede il taglio dei dazi su diversi prodotti.

Nonostante la situazione e le tensioni si siano allentate, bisognerà aspettare la fase due dell’accordo per dei concreti sviluppi.