Codice tributo 1845: cos’è, significato e quando si usa

Non è affatto semplice a volte capire il significato dei vari codici che bisogna inserire nel modello F24 quando si effettuano dei pagamenti: per capire cos’è e quando si usa il codice tributo 1845 bisogna puntare l’attenzione sulla cedolare secca. Proviamo a fare un po’ di chiarezza con questa piccola guida.

Quando si usa il codice tributo 1845?

Stando alla descrizione data dall’Agenzia delle Entrate, il codice tributo 1845 fa riferimento all’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali, nonché delle imposte di bollo e di registro, sui canoni di locazione relativi ai contratti che hanno come oggetto immobili ad uso abitativo e le relative pertinenze che sono locate congiuntamente all’abitazione. In poche parole questo codice fa riferimento alla cedolare secca, e più precisamente al versamento del suo acconto. La cedolare secca è una tassazione alternativa a quella ordinaria che consente di sottoporre i canoni ad un’aliquota del 10% anziché del 21% (opzione disponibile solo per alcuni tipi di contratti e di immobili).

Il versamento della cedolare secca si può fare in due o tre rate: la prima rata di acconto è pari al 40% del 95% dell’imposta dovuta l’anno prima e va pagata entro il 16 giugno, mentre la seconda rata di acconto è pari al restante 60% del 95% dell’imposta pagata l’anno prima e va versata entro il 30 novembre; il saldo va pagato entro il 16 giugno successivo (o entro il 16 luglio pagando un piccolo interesse al Fisco) e corrisponde all’ultimo 5% dell’imposta. Per pagare l’acconto si utilizza il codice tributo 1845, mentre per pagare il saldo si utilizza il codice 1846.

Come compilare il modello F24

Vediamo ora come bisogna compilare il modello F24 per procedere al pagamento: bisogna riempire la Sezione Erario, cioè quella relativa alle Imposte Dirette, all’IVA, alle ritenute alla fonte, ad altri tributi ai relativi interessi. Nella prima colonna bisogna inserire il codice tributo 1845; nella seconda colonna si deve indicare il mese di riferimento (01 per gennaio, 02 per febbraio, 03 per marzo e così via); nella terza colonna invece si indica l’anno di riferimento, ovvero quello per cui si effettua il pagamento.

Nella quarta colonna si mettono gli importi a debito, mentre la colonna successiva va lasciata in bianco se non ci sono importi a credito. Come sempre il contribuente deve riempire anche la riga Totale, inserendo negli appositi spazi il totale degli importi a debito e il totale degli importi a credito presente in tutta la Sezione Erario e riportando la differenza tra queste due somme nella casella denominata Saldo.