Investire su un ristorante: costi e procedure burocratiche

Per chi ha la passione per la buona cucina ed ama lavorare circondato da altre persone, aprire un ristorante può essere un grande obiettivo. In realtà però non è un mestiere semplice, ci sono tantissimi accorgimenti a cui prestare attenzione, cucinare pranzi e cene per decine di persone tutti i giorni e mantenere degli standard di pulizia più che elevati, inoltre le spese da affrontare nell’apertura di un’attività del genere non sono affatto indifferenti, anzi si parla di cifre superiori alla somma di 100.000 euro. A fare dunque la differenza tra un ristorante di successo e non è sicuramente la preparazione del suo titolare, la sua forza di volontà e la qualità delle materie prime con cui i suoi piatti vengono preparati. Un’altra prerogativa di un ristorante di successo è quello di avere un team di lavoro composto da individui preparati, seri e puntuali, sempre gentili con i clienti e a disposizione delle loro esigenze. Sicuramente non è un lavoro indicato a tutti, ma con la giusta motivazione, investendo del denaro e facendo dei sacrifici, se aprire un ristorante è la vostra ambizione più grande non è impossibile riuscire nell’impresa. In questo articolo vedremo quali siano le procedure burocratiche da compiere ed i costi a cui far fronte.

I documenti necessari per aprire un ristorante

Per aprire un’attività come un ristorante, è essenziale possedere una certa documentazione che attesti l’idoneità del gestore. La prima pratica che viene richiesta è l’apertura della partita Iva: la quale permette al titolare del ristorante di rientrare in un regime fiscale sicuramente vantaggioso. Nelle prime fasi di apertura di questa attività la presenza di un commercialista competente è praticamente più che essenziale, per questo motivo si consiglia di scegliere un commercialista preparato nel suo lavoro, può essere uno dei punti focali per la buona riuscita dell’attività. In secondo luogo, è necessario partecipare al corso HACPP, non solo da parte del gestore del ristorante, ma da parte di tutti coloro che faranno parte del team di lavoro, in questo modo i dipendenti imparano a relazionarsi con la clientela e a lavorare con ogni tipo di alimento. Per aprire un’attività di ristorazione è essenziale aver raggiunto la maggiore età, non aver fallito non essere stati dichiarati precedentemente falliti ed avere un locale che venga considerato idoneo, deve quindi essere presente una pulizia impeccabile, devono esserci i servizi pubblici per i clienti e quelli privati per il personale e la condizione acustica deve essere ottimale.  Di vitale importanza per la struttura è seguire alla lettera le raccomandazioni dell’Asl, in modo da farsi rilasciare senza nessun problema il certificato di idoneità sanitaria della struttura. Un altro documento da ottenere è la licenza commerciale, questa viene rilasciata direttamente dall’ufficio per il commercio del comune dove si intende aprire il ristorante. Andiamo adesso a vedere in media quali siano gli eventuali costi da dover affrontare per aprire un’attività del genere.

I costi previsti dall’apertura di un ristorante

Nei costi previsti quando si apre un locale adibito a ristorante troviamo: le spese annue per la busta paga del personale, l’acquisto di utensili utili in cucina, l’acquisto di alimenti e quello per l’arredamento della struttura. In totale si stima che la somma di queste spese possa essere maggiore di 100.000 euro. Ai costi appena citati inoltre, bisogna aggiungere anche i contributi di previdenza dell’Inps, il premio per il commercialista, i costi di gestione e quelli per la locazione. Inoltre, si può scegliere se fare pubblicità alla propria attività tramite cartelloni, insegne stradali, programmi radio e televisivi. In questo caso la spesa salirà ancora. Un’ultima spesa da affrontare è quella dedicata al “fondo di sicurezza”, ovvero una specie di riserva di emergenza nel caso in cui l’attività non dovrebbe sfortunatamente prendere piede e il proprietario si veda costretto a chiuderla. Il capitale di emergenza messo da parte potrebbe quindi rivelarsi utile nel momento in cui si debba riorganizzare da capo la propria condizione di lavoro.