Come l’AI sta rivoluzionando il marketing digitale su Google

Attualmente, Google sta attraversando una fase di transizione da motore di ricerca a piattaforma di risposta predittiva, ridefinendo il modo in cui le informazioni vengono indicizzate, aggregate e restituite agli utenti.

L’integrazione nativa dell’AI generativa ha spostato l’attenzione dal semplice posizionamento organico all’ottimizzazione dell’esperienza conversazionale.

Contestualmente, la pubblicità su Google si è evoluta verso modelli sempre più automatizzati e guidati dal machine learning, che richiedono una governance strutturata dei dati di prima parte, creatività adattiva e monitoraggio costante degli intenti di ricerca.

In questo scenario, l’approccio “presenziale” per le aziende non è più sufficiente: la visibilità richiede strategie integrate basate su segnali di qualità, segmentazione avanzata e adattamento continuo ai cambiamenti di algoritmo e interfaccia.

Evoluzione del panorama Google Ads

Il 2025 sta portando cambiamenti significativi per Google Ads, in cui l’automazione non è più solo una funzione accessoria ma il fulcro stesso dell’ecosistema pubblicitario. Le campagne Performance Max sono diventate lo standard per le strategie cross-canale, grazie alla loro capacità di distribuire automaticamente annunci su Ricerca, Display, YouTube, Discover e Gmail, ottimizzando in tempo reale su base obiettivo.

Tuttavia, l’adozione dell’intelligenza artificiale nella gestione delle aste, delle creatività e del targeting comporta una ridefinizione del ruolo umano: non più operatore esecutivo, ma stratega dei segnali. La qualità e la varietà degli asset creativi, la configurazione degli obiettivi di conversione e la gestione dei segmenti di pubblico (in particolare quelli basati su first-party data) sono oggi determinanti per il successo delle campagne.

In parallelo, Google ha iniziato a integrare annunci anche all’interno delle AI Overviews e degli ambienti conversazionali della SGE. Qui, la visibilità non dipende più solo dalle parole chiave, ma dal contesto semantico e dal comportamento predittivo dell’utente. Di conseguenza, la logica di posizionamento si avvicina sempre più a un modello di risposta guidata dall’intento, dove la pertinenza e la qualità dell’esperienza offerta diventano centrali.

In un contesto così complesso, il supporto di realtà specializzati può fare la differenza tra semplice presenza e performance ottimizzata. Si tratta di realtà come Clickable, agenzia marketing su Google, che affianca le aziende nella progettazione e gestione di campagne orientate alla performance, con un approccio basato sui dati e calibrato sugli obiettivi di business.

Local SEO e visibilità basata sulla prossimità

Al giorno d’oggi, la visibilità a livello locale su Google non dipende più solo dall’ottimizzazione della scheda attività o dalle recensioni positive: è l’intento di ricerca dell’utente — combinato con la prossimità fisica e l’autorevolezza online dell’attività — a determinare il posizionamento nei risultati locali.

Google Business Profile (GBP) resta il pilastro per presidiare il territorio, ma la sua gestione richiede oggi molta più precisione rispetto al passato. È fondamentale aggiornare frequentemente le informazioni, pubblicare offerte e contenuti, rispondere in modo strategico alle recensioni e utilizzare le funzionalità come post, messaggi e domande/risposte. La mancata ottimizzazione di questi elementi penalizza anche la comparsa nella mappa e negli AI Overviews, dove Google propone attività “localmente rilevanti” in base a segnali dinamici.

A questo si aggiunge la crescente rilevanza del comportamento utente: tassi di clic sulla scheda, interazioni con le immagini, tempo speso a consultare le informazioni diventano indicatori di qualità percepita. In altri termini, la SEO locale non è più solo un lavoro “on-page” ma un processo che coinvolge contenuti, branding e relazione attiva con il pubblico.

In uno scenario in cui le ricerche locali sono sempre più contestualizzate e le posizioni organiche tradizionali vengono spesso sostituite da risultati personalizzati, presidiare correttamente la Local SEO è un vantaggio competitivo reale, soprattutto per attività fisiche, studi professionali e aziende multi-sede.

SEO nel tempo dell’Answer Engine Optimization (AEO)

L’introduzione di Search Generative Experience (SGE) ha segnato un cambiamento profondo nella logica di visibilità su Google. Le risposte generate dall’intelligenza artificiale — posizionate sopra o al posto dei tradizionali risultati organici — rispondono direttamente all’intento dell’utente, riducendo drasticamente il numero di clic verso siti esterni. Per i brand, questo rappresenta una doppia sfida: ottenere visibilità all’interno delle risposte AI e preservare il traffico organico.

È qui che entra in gioco l’Answer Engine Optimization (AEO), un’evoluzione della SEO che punta non solo a posizionare contenuti su parole chiave, ma a fornire risposte strutturate, verificabili e semanticamente rilevanti. I contenuti più efficaci in questo contesto sono quelli che rispondono in modo chiaro a domande frequenti, utilizzano markup semantici (come schema.org), sono scritti in linguaggio naturale e vengono supportati da fonti autorevoli.

Inoltre, la struttura dei contenuti ha acquisito nuova centralità: le FAQ, i titoli ben definiti, i riepiloghi in apertura e l’organizzazione per blocchi tematici migliorano la probabilità di essere “citati” da SGE. In parallelo, l’autorevolezza del dominio — misurata anche in termini di brand reputation, link in entrata e coerenza dei contenuti — incide sull’affidabilità percepita da parte dell’algoritmo.

Non si tratta quindi solo di fare “ottimizzazione per i motori di ricerca”, ma di progettare contenuti orientati alla risposta, capaci di inserirsi nei flussi generativi di Google. Questo richiede un cambiamento di mentalità per chi produce contenuti, ma anche una forte integrazione tra SEO, UX e strategia editoriale.

IA e personalizzazione nel marketing: verso contenuti a misura di utente

L’intelligenza artificiale nel marketing digitale non è più una promessa futura, ma una realtà operativa. Attualmente, i sistemi basati su machine learning e modelli linguistici avanzati (LLM) — come quelli integrati in Google Ads e nelle piattaforme CRM — permettono di creare campagne sempre più personalizzate, dinamiche e predittive, capaci di adattarsi in tempo reale al comportamento dell’utente.

Grazie ai segnali raccolti dai vari touchpoint digitali (ricerche, clic, navigazione sul sito, interazioni con gli annunci), le aziende possono oggi costruire messaggi su misura per ciascun segmento di pubblico, aumentando la rilevanza percepita e migliorando i tassi di conversione. Google, da parte sua, ha potenziato le funzionalità di segmentazione automatica, arricchendole con insight comportamentali e demografici sempre più granulari.

Anche la produzione dei contenuti si è evoluta: l’uso guidato dell’IA consente di ottimizzare headline, descrizioni e asset visuali in base ai dati di performance, pur mantenendo un controllo creativo umano sul messaggio e sul tone of voice. L’equilibrio tra automazione e intervento strategico si conferma essenziale: l’AI può velocizzare i processi, ma sono la visione e l’esperienza a determinare la coerenza del brand e l’efficacia della comunicazione.

Un nuovo approccio per un nuovo ecosistema

L’evoluzione dell’ecosistema Google richiede quindi un cambio di paradigma. La combinazione di AI generativa, automazione spinta e logiche basate sull’intento impone alle aziende un approccio integrato e sempre più consapevole, in cui ogni leva — dalla pubblicità alla SEO, dai dati ai contenuti — deve essere orchestrata in funzione della performance e dell’esperienza utente.

In questo scenario, la differenza tra chi presidia il digitale in modo superficiale e chi riesce a trarne vantaggio competitivo dipende dalla capacità di leggere i segnali giusti, costruire strategie su base dati e adattarsi in modo continuo all’evoluzione degli strumenti. Le aziende che scelgono di lavorare con partner qualificati, aggiornati e orientati ai risultati sono quelle che riescono a trasformare la complessità dell’ambiente Google in opportunità concrete.

Da Claudio