Lidia Poet: biografia ed attività di questa avvocatessa italiana
La conquista dell’attuale indipendenza e autonomia femminile, è stata difficile e lo è ancora in tante parti del mondo. Le nuove generazioni non sono a conoscenza delle tante battaglie che donne coraggiose hanno dovuto affrontare, sfidando i divieti dell’epoca, i tabù ei giudizi.
Per questo vogliamo parlare di una delle grandi donne che ha permesso una grande passo avanti nel cambiamento culturale della figura femminile in Italia, vale a dire: Lidia Poet.
Chi è questa donna? In quali anni ha vissuto? Ricordata come la prima donna avvocato nel Bel Paese.
La prima “avvocatessa” in Italia
L’epoca in cui è vissuta era il 1880 e per farvi capire quale sia stato il difficile percorso che questa donna ha affrontato per arrivare ad essere un avvocato, citiamo quello che era il pensiero comune. Vale a dire che: “l’avvocheria”, com’era chiamata all’epoca, è una professione esercitabile solo da maschi poiché le donne non hanno le capacità di capire le questioni di legge!
Oggi queste frasi mostrano il pensiero estremamente maschilista e sessista. Sembrano addirittura impossibili da pensare, ma dove si palesa quali fossero i “non diritti” delle donne.
Storia di Lidia Poet, chi è?
Lidia Poet nasce nel 1855 ed è stata la prima donna avvocato in Italia. La passione per la legge gli venne passata dal fratello maggiore, anch’egli avvocato e con un proprio studio legale. Qui la giovane Poet aiutava come poteva, ma allo stesso tempo apprendeva quale fosse il “fascino” della legge.
La sua decisione di iscriversi all’Università non venne bene accettata dal resto della famiglia, ma fu supportata dal fratello che apprezzava la tenacia della sorella. Fu presso il suo studio legale che riuscì a fare gli anni di praticantato per poi presentare la domanda per essere iscritta all’albo.
Attività di Lidia Poet
Era il 1881 quando finalmente Lidia Poet è riuscita a laurearsi con il massimo dei voti. Dopo aver difficilmente lavoro e praticato 2 anni la professione di avvocato viene abilitata e iscritta all’Ordine degli avvocati.
I voti che decisero di poterla iscrivere e quindi abilitarla al lavoro di avvocato, che erano di una commissione ovviamente di uomini, furono 8 a favore e 4 contrari. Però, la povera Lidia Poet, ebbe l’annullamento per ricorso del Procuratore Generale del Re. Il motivo di questa richiesta? Perché era una donna, cioè perché il ruolo assunto era vietato alle donne.
Il procuratore del Re scrisse che la sua richiesta era inaccettabile poiché era disdicevole e deplorevole vedere una donna a svolgere tale ruolo di avvocato. Sicuramente essa si sarebbe persa e trasmodato le arringhe in inutili chiacchere e discussioni calorose.
Ad ogni modo alla fine lei vinse la sua prima battaglia, quella di essere regolarizzata come avvocato professionista. Molte le attività per stabilire i diritti delle donne, tra cui ritroviamo il diritto al voto, il ruolo della donna nell’attuale società, migliorare le condizioni dei penitenziari minorili.