Spesometro e redditometro: ecco la differenza tra i due
Gli enti di controllo del fisco e l’Agenzia delle Entrate, hanno dei metodi di analisi che sono usati appunto per riuscire a capire quali sono le spese che un cittadino ha all’anno oppure quale sia il suo patrimonio.
Quelli che sono più usati sono lo spesometro e il redditometro, ma come si usano? In realtà sono dei semplici calcoli e verifiche dei beni e del reddito, ma che diventano complessi quando non si hanno tutte le informazioni adatte.
Cos’è lo spesometro?
Lo spesometro si usa per capire chi non dichiara quel che in realtà guadagna. Si analizza lo stato di vita, il suo tenore, quali sono le spese che il cittadino effettua. Oggi con l’uso sempre più frequente delle carte di credito, che sono poi dei pagamenti tracciabili, è diventato più semplice capire chi ha un tenore di vita più alto di quel che dichiara.
Ad ogni modo lo spesometro avviene in modo da recuperare tutti i dati del cliente. Però per legge esso si può usare solo quando un cittadino effettua, in un ano, una spesa superiore ai 3.000 euro. In questo caso è normale richiedere delle spiegazioni su una o più compravendite che non sono compatibili e non in linea con i redditi che sono stati dichiarati.
A cosa serve il redditometro?
Al contrario quando si parla di redditometro si usa un metodo per scovare coloro che non sono affatto in regola con il fisco, con il pagamento delle tasse oppure che non hanno dichiarato dei beni di cui sono in possesso. In Italia esistono ancora tantissimi utenti che non solo non dichiarano le proprietà, ma le pongono in affitto o in vendita in nero.
Infatti il lavoro eseguito da parte delle autorità competenti e dall’Agenzia delle Entrate è interrotto.
Ad ogni modo il redditometro permette di scovare gli evasori fiscali andando ad analizzare quali sono le spese che essi effettuano in un anno, confrontandoli poi con il reddito che essi hanno dichiarato. In questo modo si potrà anche evidenziare un tenore di vita alto.
Come mai sono tanto utili
I calcoli dello spesometro e del redditometro non sono certo facili perché si devono perfino valutare eventuali compravendite, acquisti, riscatti o prestiti che vengono dati al cittadino. Ognuno di noi è libero di far quel che vuole con il denaro, ma la cosa importante è quella di verificare e denunciare in base alle attuali leggi vigenti.
I controlli scattano quando il redditometro supera di almeno il 25% il reddito che viene dichiarato dal cittadino per almeno due anni. Trovando delle incongruenze scattano i controlli.