Investire in Criptovalute: la guida completa

In questo periodo le Criptovalute sono tornate al centro degli interessi finanziari degli investitori per via delle eccellenti performance. Tuttavia investire in Criptovalute, per via dell’alta volatilità, comporta anche dei grandissimi rischi. Proprio per questo cercheremo di dare, in questa breve guida, quante più informazioni possibili.

Le criptovalute nacquero all’inizio degli anni novanta, con alcuni esperimenti negli Stati Uniti e in Cina poi chiusi dalle autorità dei rispettivi Paesi. Questi primi tentativi furono estremamente importanti perché gettarono le basi per i successi che sarebbero arrivati di lì a poco, uno su tutti i Bitcoin. La prima vera grande criptovaluta di successo mondiale fu creata nel 2009 da un oscuro personaggio ancora oggi rimasto anonimo, conosciuto solo con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.

I Bitcoin non nacquero proprio dal nulla ma ripresero in gran parte il funzionamento delle criptovalute precedenti, in particolare sviluppando la tecnologia già esistente e creando un nuovo algoritmo. La grande novità fu che il loro valore non era legato alle Banche centrali o ai Governi nazionali, ma sfuggivano completamente al controllo istituzionale, auto-collocandosi secondo il valore di mercato.

La tecnologia che ne permette il funzionamento è chiamata blockchain, ed è caratterizzata da una rete di server collegati tra loro e chiamati nodi. Questi nodi con enormi capacità di calcolo si dividono la produzione automatica di Bitcoin, regolata da un algoritmo che ne concluderà la creazione programmata all’incirca nel 2130.

Ma come funzionano i Bitcoin? Quando qualcuno effettua un pagamento in Bitcoin l’algoritmo sceglie a caso un nodo, che verifica la transazione e provvede a informare tutti gli altri nodi della rete delle specifiche del pagamento, secondo un sistema peer-to-peer decentrato.

In questo modo chi effettua fisicamente l’operazione rimarrà sempre anonimo, mentre i server o i nodi conserveranno tutte le informazioni, rendendo impossibile ripetere l’operazione. Si tratta di un sistema che elimina le frodi ed evita ogni possibilità di furto di denaro. Inoltre permettono di spostare enormi somme da una parte all’altra del pianeta in tempi rapidissimi, rendendoli uno strumento molto efficiente per le transazioni internazionali. Pensate che all’inizio della sua comparsa un Bitcoin valeva appena 10$, mentre oggi viene scambiato a quasi 2.300$! Un trend niente male per chi investì in Bitcoin all’epoca.

Quali sono le criptovalute sulle quali è possibile fare trading

Da qualche anno a questa parte anche le banche private e quelle centrali hanno iniziato a interessarsi alle criptovalute, attirate dall’idea di risparmiare sulle transazioni interbancarie che pesano sui bilanci per oltre 60 Mld di euro ogni anno. Si dice che le prime criptovalute bancarie saranno lanciate già nel 2018, con un consorzio schierato in prima linea guidato da Ubs, Santander e Deutsche Bank. Ma anche le Banche centrali europee, canadese e inglese stanno preparando delle loro versioni delle monete virtuali, quindi è probabile che nei prossimi 2-3 anni assisteremo a un vero e proprio boom dei fratelli dei Bitcoin.

A oggi le criptovalute sulle quali è possibile fare trading sono :

  • Bitcoin
  • Ethereum
  • Litecoin
  • Ripple
  • Dash
  • Nem

Più o meno funzionano tutte allo stesso modo, con algoritmi che ne gestiscono la produzione e ne regolano i pagamenti, sono staccate dagli sbalzi inflazionistici dei Paesi e il loro valore dipende dalle quotazioni sui mercati.

Quali sono i broker che offrono il trading sulle criptovalute

Anche i broker del trading online hanno aperto le porte alle monete virtuali, forti del loro successo e delle enormi possibilità d’investimento che offrono ai trader di tutto il mondo. Bisogna però stare molto attenti perché non essendo controllate dai Governi e dalle Banche centrali sono piuttosto volatili, preda degli sbalzi d’umore del mercato e soggette a cambiamenti repentini di trend.

Inoltre sono un prodotto relativamente nuovo, che probabilmente subirà nei prossimi anni dei profondi cambiamenti, fino ad arrivare al momento in cui sarà impossibile non regolamentarne l’uso e calmierarne le quotazioni. Comunque per il momento tutto tace e se volete iniziare a fare trading online con le criptovalute questi sono i broker che dovete scegliere :

  • Plus500, come al solito questo broker è sempre in prima fila in quanto a innovazione ed è l’unico che offre la possibilità di fare trading con tutte le criptovalute sopra citate, cioè Bitcoin, Ethereum, Ripple, Litecoin, Nem e Dash;
  • com, questo broker rimane leggermente più cauto e offre solo tre criptovalute ai suoi trader, in particolare Bitcoin, Litecoin ed Ethereum;
  • eToro, si piazza su una via di mezzo aggiungendo alle criptovalute offerte da Markets.com anche la possibilità di fare trading su Dash;
  • Avatrade, si conferma in crescita offrendo le stesse criptovalute di Markets.com, cioè Bitcoin, Ethereum e Litecoin;
  • com, rimane decisamente più prudente, lasciando ai suoi trader la possibilità d’investire sui Bitcoin.

Come si prospetta il futuro per le criptovalute : analisi di mercato

Seppur presentino delle ottime possibilità per i trader, le criptovalute appaiono molto instabili e sempre a rischio crollo. Questo perché sono ancora una novità, anche se ormai solo i Cina rappresentano il 20% del totale delle transazioni finanziarie. Ovviamente i più solidi rimangono i Bitcoin, vero e proprio punto di riferimento deldel settore

del settore. Anche se la quotazione sembra essere piuttosto alta, molti analisti sono propensi a prevedere un rialzo per gli ultimi mesi del 2017, legato soprattutto alla solidità del sistema blockchain e ai problemi degli altri competitor in quanto a sicurezza informatica. Anche l’Ethereum sembra pronto a un roseo futuro infatti questa criptovaluta piace molto agli analisti, soprattutto per la possibilità che offre di scambiare non soltanto la valuta stessa ma qualsiasi altro tipo di valore, l’importante è che sia associato a un sottostante di riferimento.

Le altre monete virtuali invece hanno subito duri colpi dall’inizio dell’anno, dovuti soprattutto a problemi di sicurezza e hackeraggio. Litecoin è molto usata per i pagamenti negli e-commerce ed è possibile che ritorni a crescere per la fine dell’anno. Ripple rimane ancora su valori molto bassi ma ormai sembra aver risolto i problemi di sicurezza e software che l’avevano tormentata, quindi potrebbe essere un investimento interessante a prezzi così bassi d’entrata.

Infine, nonostante non sia ancora presente sulle piattaforme dei maggiori broker del trading online, è da tenere d’occhio Monero, che grazie all’anonimato ultra sicuro è largamente usata nel Dark Web, con scambi elevati e un trend in forte crescita.

Criptovalute: Bitcoin, cos’è e come funziona

Nel giro di pochi mesi il Bitcoin è passato dall’essere una misteriosa roba da espertoni di finanza e informatica all’essere uno degli argomenti più chiacchierati da chiunque. Tutti sanno che stiamo parlando della criptovaluta più diffusa, ma quanti sanno davvero cos’è e come funziona il Bitcoin? Cerchiamo di spiegarlo con questo piccolo approfondimento.

Il Bitcoin è denaro. Non è una valuta nel senso stretto del termine (non ci sono banconote o monete metalliche), ma può essere utilizzata per fare acquisti ed ha un valore che gli viene attribuito in base alla famosa legge di domanda e offerta. A differenza delle valute “normali”; il Bitcoin non viene emesso (e neanche garantito) da una Banca Centrale, ma nasce da uno specifico software e viene prodotto con un procedimento sancito dal suo misterioso creatore, noto al mondo con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.

Alla base di tutto c’è un protocollo che si fonda su una tecnologia peer-to-peer (spesso inicata con P2P) e che utilizza un complesso meccanismo di crittografia per la gestione della moneta virtuale (creazione, attribuzione di proprietà e così via). Le transazioni in Bitcoin sono pubbliche e vengono memorizzate su un database distribuito, cioè replicato tra i computer di tutti quelli che hanno un portafoglio (wallet). Ogni wallet ha una coppia di chiavi: la prima è pubblica ed è l’indirizzo che serve da punto di riferimento per l’invio o la ricezione del denaro, mentre la seconda è privata e viene utilizzata dal titolare per autorizzare le transazioni.

 A proposito di transazioni, cerchiamo di capire come avvengono: quando una persona trasferisce una quantità di Bitcoin ad un altro utente tramite la connessione P2P aggiunge alle moneta la chiave pubblica del secondo utente e autorizza il passaggio firmando con la sua chiave privata; a questo punto la transazione è inviata sulla rete, dove tutti i nodi che vi partecipano la controllano e registrano. La validazione del passaggio di denaro si realizza attraverso la soluzione di complesse operazioni matematiche che può essere completato solo con un’elevata potenza di calcolo (in questo modo viene garantita l’univocità dell’operazione e si conferma che quella quantità di denaro non è già stata utilizzata per altri scambi).

Una volta confermata, la transazione viene aggiunta alla Blockchain (ovvero il database distribuito) e ogni nodo della rete viene a sapere che c’è stato il passaggio di Bitcoin. Sul database vengono raccolti tutti i movimenti dei Bitcoin in circolazione, con l’indicazione di tutti i passaggi dall’indirizzo pubblico del loro creatore fino a quello dell’ultimo proprietario, garantendo comunque l’anonimato delle persone coinvolte. Poco fa abbiamo parlato dell’elevata potenza di calcolo che serve per risolvere le operazioni necessarie per la verifica delle transazioni: questa potenza è messa a disposizione dei cosiddetti miner, che per la loro attività vengono retribuiti con piccole quantità di criptovaluta.

Come si determina il valore del Bitcoin? Il sistema può garantire l’emissione di 21 milioni di Bitcoin: non è possibile dire con certezza quando sarà raggiunto questo limite, ma secondo le stime serviranno più di 120 anni. La mancanza di interventi di governi e banche centrali mette il Bitcoin al riparo dai rischi inflazionistici. Il suo valore è slegato dalle classiche variabili macroeconomiche che influiscono sulle valute tradizionali, quindi la quotazione del Bitcoin è regolata dalla legge della domanda e dell’offerta (un po’ come accade con le materie prime e i metalli preziosi) e la recente corsa all’acquisto scatenata dal clamore che si è sviluppato intorno alla criptovaluta non ha fatto altro che aumentarne la quotazione.

Investire in Criptovalute: il Bitcoin

Tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 praticamente tutti i TG, i giornali radio e la carta stampata hanno parlato dei Bitcoin: la crescita smisurata del suo valore (che a metà dicembre ha superato i 19.000 dollari) ha attirato l’attenzione di tantissime persone, e non solo tra gli addetti ai lavori; negli ultimi giorni la quotazione della valuta virtuale è calata un po’ (oggi vale intorno ai 13.600 dollari, ma ad inizio 2017 era sotto i 1.000), ma sono in molti interessati a sapere come investire sul Bitcoin.

Bitcoin: mining e acquisto

Chi ha una conoscenza superficiale di questo particolare asset è convinto che ci sia ancora la possibilità di ottenere Bitcoin tramite il processo di mining: in realtà per realizzare una postazione di calcolo adeguata alla creazione di Bitcoin servono investimenti abbastanza importanti (con un rientro economico molto spostato in avanti nel tempo) e considerando il fatto che i vari miner sono in concorrenza tra loro, appare ormai chiaro che la creazione di moneta tramite mining è un’attività riservata a professionisti che possono contare su buoni capitali.

Ai “comuni mortali” che vogliono ottenere dei Bitcoin non rimangono quindi che due strade: la prima consiste nei procurarseli come moneta di scambio (ovvero offrendo un prodotto o un servizio e facendosi pagare in criptovaluta), mentre la seconda consiste nell’acquisto tramite i servizi di cambio, noti come exchange, che fanno da intermediari tra chi possiede Bitcoin e vuole vendere e chi invece è intenzionato a comprarli (intascandosi ovviamente una commissione per ogni scambio che riescono a concludere). Nulla poi vieta alla persona interessata di acquistare la valuta virtuale direttamente da un privato che conosce.

Investire sul Bitcoin: modalità e rischi

È possibile investire sul Bitcoin sia in modo diretto che in modo indiretto: il modo diretto prevede l’acquisto della criptovaluta (nelle modalità che abbiamo appena visto), mentre il modo indiretto prevede l’utilizzo di strumenti finanziari derivati come gli ETF o i più diffusi CFD. Sono molti i broker che consentono di operare con le criptovalute, ma bisogna fare attenzione e affidarsi esclusivamente alle piattaforme regolamentate e autorizzate. Chi sceglie la strada del trading online per investire sul Bitcoin prima di investire i propri soldi dovrebbe fare un po’ di pratica con il conto demo che molti broker mettono a disposizione dei loro iscritti.

Il settore delle criptovalute è abbastanza recente: si tratta di un mercato giovane, spesso irrazionale e per questo bisogna stare sempre attenti; i Bitcoin rappresentano un investimento ad alto rischio, ma il vantaggio è rappresentato dalla possibilità di uscire dalle posizioni in tempi abbastanza ristretti quando necessario, limitando i danni. È necessario quindi mantenersi sempre aggiornati per cercare di prevedere i prossimi sviluppi e mettersi al riparo o approfittare di una svolta positiva.

Investire in Criptovalute: il Ripple

Ormai investire in criptovalute è diventata quasi una moda: prima solo i trader più esperti prendevano in considerazione questo particolare asset, ma attualmente sono molte le persone che, incuriosite dall’esplosione del Bitcoin, sono intenzionati a muoversi in questa direzione; ma non esiste solo il Bitcoin: alle sue spalle è presente un’ampia varietà di scelta e in questo articolo parleremo di come investire in Ripple.

Il Ripple è nato nel 2013: come molte altre criptovalute, qesta valuta virtuale opera in un ambiente decentralizzato, nell’ambito di una rete aperta. La rete Ripple è un vero e proprio ecosistema (formato da tre parti fondamentali come network di pagamenti, Borsa e Valuta); tutte le transazioni sono gratuite, istantanee, irreversibili e non possono essere rintracciate. A differenza di altre criptovallute, il Ripple non viene prodotto con il processo di mining: l’intera quanrità di moneta (100 miliardi) è già stata creata e ad ogni transazione ne viene eliminata una piccola quanità.

Quella che da molti è stata già definita come la criptomania ha subito avuto effetto sulla quotazione del Ripple, che nel mese di dicembre 2017 è prepotentemente salito, infrangendo ogni record. All’inizio di aprile 2017 il Ripple aveva un valore di poco superiore ai 2 centesimi di dollaro, ma il vecchio anno si è chiuso con il botto (1,90 dollari al 31 dicembre), con il massimo che è stato toccato il 7 gennaio 2018 (2,78 $). Nel momento in cui scriviamo il Ripple è valutato circa 2 dollari dopo il tonfo più o meno inaspettato del 4 gennaio. È arrivata la fine della bolla oppure è ancora il caso di investire in Ripple?

Per il momento il ribasso di inizio anno viene definito come una fisiologica battuta d’arresto dopo il grande rialzo, il momento della presa di profitto di molti investitoti con la chiusura collettiva di posizioni long. Può essere quindi ancora molto interessante sapere come investire in Ripple: c’è chi ragiona in ottica di medio e lungo periodo e preferisce acquistare la criptovaluta dai coiddetti wallet quando la quotazione è bassa, per poi rivenderla quando il prezzo sale.

Ci sono poi quelli che preferiscono il trading online con strumenti derivati come i CFD affidandosi alle piattaforme dei broker regolamentati e autorizzati: sono molte le piattaforma che consentono di operare con i Ripple (la cui sigla, finanziariamente parlando, è XRP) È possibile acquistare o vendere i Ripple tramite un exchange: si possono fare scambi in valuta corrente o in altre criptovalute.

Investire in Criptovalute: il Litecoin

Esistono molte strade per investire e fare trading online: una delle più chiacchierate in questo periodo è sicuramente quella rappresentata dalle criptovalute; molte persone quando sentono nominare questa parola pensano immediatamente al Bitcoin, ma in realtà le alternative non mancano. Cerchiamo di capire quanto si potrà guadagnare nel 2018 investendo in Litecoin.

Il Litecoin può essere definito come uno dei veterani nel panorama delle monete virtuali: è nato nel 2011, due anni dopo “sua maestà” Bitcoin. Questa moneta ha vissuto il suo momento di massimo splendore nel 2013, ma negli anni successivi, pur rimanendo una delle criptovalute più utilizzate ed accettate da vari siti di e-commerce, il suo valore è sceso in maniera inesorabile. In altre parole, il Litecoin viene ancora considerata una delle migliori soluzioni per usabilità e affidabilità, ma le svalutazioni subite nel tempo fanno sorgere più di qualche dubbio sul suo andamento futuro e sulle sue capacità di far guadagnare gli investitori.

Bisogna considerare un fattore molto importante, ovvero l’ingresso del lighting network nella blockchain dei Bitcoin: questo passaggio assicura un maggior numero di scambi e rende più leggera la catena originaria. Gli effetti si sono visti praticamente subito: ad inizio dicembre 2017 la quotazione del Litecoin ha sfondato il tetto dei 100 dollari, raggiungendo un massimo di 319,57 $ verso la metà del mese. Al momento la criptovaluta viene quotata 236,97 dollari: niente male se si considera che all’inizio dell’anno la sua valutazione era inferiore ai 4 dollari. Ma per il futuro cosa dobbiamo aspettarci?

Ovviamente è molto difficile affermare con esattezza quanto si potrà guadagnarecon i Litecoin. Se si esclude l’expolit di fine anno, il Litcoin ha mostrato un andamento abbastanza regolare, con una crescita lenta ma costante e con curve molto morbide: tenendo conto anche delle riconosciute qualità della moneta in termini di sicurezza e rapidità degli scambi, qualcuno potrebbe definirlo come l’asset perfetto per chi investe “da cassettista”. Visti i recenti sviluppi però molti esperti hanno cambiato idea, indicando il Litecoin come una delle scommesse più interessanti per il 2021: la sua quotazione attuale non è ancora molto elevata e le condizioni per un trend rialzista sembrano esserci tutte.

Investire in Criptovalute: l’Ethereum

Qualche mese fa sui più importanti siti e giornali che si occupano di economia e finanza si è iniziato a parlare con una certa insistenza di Ethereum, la moneta virtuale che secondo alcuni esperti è la più seria candidata allo scettro di erede del Bitcoin; notizie di questo tipo stuzzicano la curiosità delle persone (e in particolar modo dei trader) e sono in molti a voler sapere come investire al meglio su Ethereum.

Pur essendo nato solo nel 2014, il protocollo di comunicazione Ethereum ha conquistato in breve tempo tantissime aziende (anche alcune tra le più importanti a livello mondiale): a differenza dei Bitcoin, che la sfruttano solo per gestire la moneta virtuale, il meccanismo di Etherum utilizza la blockchain per creare una rete di contratti e scambi (del tutto trasparenti) tra le diverse imprese. L’apprezzamento di questo protocollo da parte dei “pezzi grossi” è testimoniato dalla nascita dell’Ethereum Enterprise Alliance, un grande consorzio che mira alla crescita di questa tecnologia che può contare tra i suoi membri nomi importanti del calibro di Microsoft, JP Morga, Santander, Intel e tanti altri.

A quanto pare quindi ci sono tutte le premesse per poter vedere il valore dell’Ethereum schizzare prepotentemente verso l’alto e c’è chi in condizioni del genere vede delle interessantissime opportunità di profitto. Bisogna quindi cercare di capire che investire al meglio in Ethereum, visto che puntare su questa criptovaluta potrebbe essere un’ottima mossa: la buona volatilità permette di operare anche in ottica di breve e brevissimo periodo, ma ci sono ottime potenzialità per quanto riguarda investimenti a lungo termine. E poi si tratta di una buonissima alternativa per diversificare il portafoglio rispetto a strumenti di investimento ormai classici come le azioni, gli indici, le materie prime e le valute tradizionali.

Per investire in Ethereum non è affatto necessario acquistare una quantità di valuta virtuale: grazie ai broker online (ovviamente solo quelli regolamentati e autorizzati) è possibile operare con strumenti finanziari derivati come i contratti per differenza. I CFD permettono di speculare sia al rialzo che al ribasso e grazie alla leva finanziaria (strumento che deve essere utilizzato con la giusta cautela) è possibile ottenere dei profitti davvero molto interessanti. Ma perché puntare su ETH? I Bitcoin al momento rappresentano quasi la metà del mercato delle valute virtuali, ma l’Ethereum nel giro di pochissimo tempo è riuscito a conquistare un quarto del settore.

Fare previsioni è sempre estremamente difficile, ma sono in molti a credere che l’andamento dell’ETH possa in qualche modo seguire quello tenuto dal Bitcoin (anche se per il momento tra le due quotazioni c’è una grande differenza). Alcuni esperti durante l’anno passato avevano pronosticato che nel 2018 l’ETH avrebbe raggiunto una valutazione di 1.000 dollari; il nuovo anno è appena iniziato e questa soglia è già stata superata: i più ottimisti sono convinti che nell’arco dei prossimi 12 mesi la valutazione della criptovaluta si muoverà tra i 2.000 e i 3.000 dollari, ma in un’ottica di lungo termine alcuni osservatori hanno fatto riferimento ad una soglia di 6.000 euro. Avranno ragione loro?